Declinare le interferenze
La non corrispondenza tra immagine e realtà corporea, tra misura e materia, tra circoscrizione e libertà, non è solo appannaggio del Coronavirus. Il social distancing era già insito nello scarto postmoderno tra significante e significato, tra rappresentazione e materialità. Il confinamento non fa che consolidare quella che era già una tendenza fondata sul gap tra vastità dell’informazione e riduzione individuale dell’espressione in canali preformati, tra estensione infinita della comunicazione e riduzione fisica del dimorare in un territorio fisicamente determinato. Un esercizio per l’architettura potrebbe essere quello di comprimere il desiderio nei confini angusti di una fisicità opprimente fino al punto di rottura per mostrare lo scarto tra obiettivi e risultati. Un esperimento di implosione in un existenzminimum che si atteggia a contenitore delle differenze e delle flessibilità: l’andito, lo studiolo, l’abitacolo, l’incunabolo ridotto da una nuova cultura digitale. Questo abitacolo è però attaccato dall’esterno e dall’interno: le sue proiezioni fanno entrare attori non attesi, le finestre aprono sul mondo incontrollato, i passaggi intralciano con la stasi e la distribuzione cozza contro l’uso. Declinare le interferenze: l’architettura potrebbe concentrarsi su questa dialettica racchiusa in un ambiente ridotto per scoprire una doppia negazione: quella dell’estensione e quella dell’autonomia dello spazio, del suo controllo: il flusso di informazioni provvisto dalle appendici mediatiche si scontra con il luogo, con il corpo e i suoi desideri, con punti fissi che si vorrebbe flessibili. E allora la cella monacale che prima chiudeva fuori il mondo diventa ora una pentola a pressione che implode in improvvise violenze alternate alla calma dell’isolamento. Il clima della casa passa dalla siccità prolungata alle bombe di pioggia improvvise, è come il global warming, inatteso ed eccessivo. La misura non esiste, va scartata. L’architettura è parassita di se stessa, non può evitare il crescersi addosso per costruire delle difese che sono sistematicamente violate.